viernes, 19 de enero de 2007

Miserere

Me mandan el Miserere de Gregorio Allegri (*). Compuesto sobre el Salmo 51 (50), es música famosa y recomendable, pese a que, en principio, cierto barroco no me cae del todo. Sin embargo, es claro que esta obra escapa a esas complejidades un tanto artificiosas y tiene momentos de hondura -mística dicen algunos- que están por encima de la consabida trama compleja de voces. Por otra parte, parece ser, y he allí el quid, que Allegri compuso al modo del Renacimiento tardío, más bien, aunque el modo de sus años era el Barroco. Será eso, entonces.

El caso es que fui a dar, por curiosidad y veredas convergentes, a una más o menos conocida anécdota que se cuenta de Wolgang Mozart que a los 14 años oyó por primera vez el Miserere de Allegri en Roma. Y eso a propósito de un libro de un neuropsicólogo y organista francés -Bernard Lechevalier- que se ocupó de El cerebro de Mozart (Bollati Boringhieri, 276 páginas, euros 32):
un libro che coniuga piacevolmente la neurofisiologia della musica con l´aneddotica storica (cioè, non inventata o mitologizzata, come nel film Amadeus di Milos Forman) sul fenomeno Mozart.
Dos cosas simpáticamente notables hay por allí.

Una, que había una excomunica papal (de Urbano VIII, Maffeo Barberini, que reinó entre 1623 y 1644) para quien hiciera copias de la obra o difundiera en todo o en parte aquella partitura que compuso Allegri para la Capilla Sixtina, y que se cantó cada año en Semana Santa desde 1638 hasta 1870, ininterrumpidamente, para retomarla más tarde hasta nuestros días. Mozart la oyó en 1770, para unos, y en 1769 para otros, tanto da. Dicen, entretanto, que buena parte del prestigio de esta obra viene del halo misterioso con que la recubrió Roma, al prohibir la difusión de su partitura.

La otra cuestión: el joven Wolgang memorizó los 15 minutos que dura la obra, oyéndola, obviamente, una sola vez en esa ocasión. Ahora bien, la obra es para dos coros y nueve voces distintas. De este modo, con una trascripción bastante fiel al original que hizo Mozart esa noche, llegó a la imprenta y así escapó del misterio. Lejos de castigarlo, cuando se enteró el papa Clemente XIV lo condecoró con la Orden de la Espuela de Oro.

ver
Nel 1638 Gregorio Allegri compose l´unica sua opera che ci è pervenuta: un Miserere a nove voci basato sul lamentoso Salmo 51, che da allora venne eseguito due sole volte l´anno, il mercoledí e il venerdí santo, dai cantori della Cappella Sistina. E la consuetudine durò fino al 1870, quando il coro venne sciolto in seguito alla caduta dello Stato Pontificio.

L´11 aprile 1770, appunto un mercoledí santo, il quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart e suo padre arrivarono a Roma, e riuscirono a intrufolarsi nella Cappella Sistina: il giovane fu infatti scambiato per un principe di Sassonia che risiedeva allora in Vaticano, e il padre per il suo maggiordomo. Tre giorni dopo quest´ultimo scrisse alla moglie: "Forse hai già sentito parlare del celebre Miserere di Roma, tenuto in tale stima che ai musicisti della Cappella è vietato, pena la scomunica, di far uscire la benché minima parte di questo brano, copiarlo o trasmetterlo a chiunque. Ebbene, 'noi ce l´abbiamo: Wolfgang l´ha trascritto a memoria".

Ancora qualche giorno, e un´altra lettera annunciò: "Il papa in persona è al corrente che Wolfgang ha trascritto il Miserere. Ma non c´è nulla da temere: anzi, la cosa gli ha reso grande onore'. Infatti, il cardinal Pallavicini aveva consegnato al ragazzo il decreto di Clemente XIV che lo nominava cavaliere dello Speron d´Oro, ed egli fu poi una delle due sole persone al quale il papa offrí la partitura del celebre brano, visto che intanto ormai ce l´aveva comunque.

Mozart non era nuovo a imprese mnemotecniche: già qualche anno prima, nel 1765, lo scienziato inglese Daines Barrington l´aveva esaminato, e in una lettera a un membro della Royal Society di Londra racconta che il bambino di nove anni aveva terminato seduta stante una fuga interrotta da Johann Christian Bach, dopo averne memorizzato il tema e gli sviluppi. Mozart era anche solito trascrivere, nella corrispondenza col padre e la sorella, brani che aveva sentito in concerto e che gli erano particolarmente piaciuti, e spesso non scriveva le parti del solista per i suoi concerti, limitandosi a suonarle a memoria dopo averle composte nella testa.

Ora, che tipo di cervello bisogna avere, e quale tecnica si può usare, per essere in grado di compiere imprese del genere? Perché il Miserere di Allegri dura una quindicina di minuti, e memorizzarne tutte le nove voci è almeno tanto complesso quanto il trascrivere una conversazione di un quarto d´ora, in cui fino a nove persone arrivano a parlare contemporaneamente!

No sé qué pensar del asunto, en realidad, ahora que lo veo. ¿Por qué el papa Urbano hizo aquello? ¿Era justo, estaba bien? ¿Por qué Mozart hizo aquello? ¿Estuvo bien?


(*) La primera y la segunda parte del Miserere.